G.O.T. Team Member
Andrea Isabella

LA FERRATA BRIGATA TRIDENTINA

Per molti la “Tridentina” è la regina delle ferrate dell’Alta Badia e non possiamo non essere d’accordo. La salita sulla Torre Exner offre infatti un panorama unico, emozionante e davvero suggestivo.

Una premessa: la ferrata, per la sua bellezza e completezza, è molto frequentata durante l’estate. Erano anni che volevamo affrontarla ma la fila all’attacco ci ha sempre fatto desistere. Quest’anno abbiamo cambiato programma e ci siamo presentati alle 11:45 di venerdì 26 agosto. Risultato? La via era pressoché deserta e in questo modo la salita è stata piuttosto spedita.

Il punto di partenza è il parcheggio che si trova poco prima di Passo Gardena venendo da Colfosco, sotto il Gruppo del Sella. E’ una vecchia cava facilmente riconoscibile anche grazie alla chiara insegna che richiama la ferrata stessa. Da qui si parte per l’avvicinamento che dura circa 15 minuti (direzione est) e ci porta al primo tratto attrezzato. Alcuni metri di cavo ci accompagnano orizzontalmente ad alcuni gradini verticali. Questo primo tratto è risultato molto umido e scivoloso, ma gli appoggi e la presenza del cavo hanno permesso una salita comunque agevole. Alla fine di questa prima sezione è possibile lasciare la ferrata e rientrare (utile in caso di maltempo) oppure si prosegue per un breve sali scendi che ci porta al secondo attacco. Da qui si sale senza particolari esposizioni e con buoni appoggi per i piedi e prese per le mani. Il cavo è stato raramente utilizzato come appiglio, almeno in questo tratto.

Progressivamente la ferrata tende a portarsi alla sinistra della parete costeggiando il lato destro della cascata di Rio Pisciadù. E qui che cominciano a presentarsi i primi tratti maggiormente verticali ed esposti che ci hanno fatto divertire per la possibilità di procedere in arrampicata, non utilizzando quindi il cavo se non in rare occasioni. Man mano che si procede aumenta la verticalità, e conseguentemente l’esposizione, ma gradini, pioli e un paio di piccole cenge per riposarsi permettono una salita senza problemi.

Siamo ormai nelle vicinanze dell’ultimo tratto che si riconosce facilmente grazie alla presenza di un’uscita dalla ferrata – c.d. Via Facile – (ultima possibilità per abbandonarla) che sale verso sinistra in moderato pendio fino al pianoro sommitale dove si trova il rifugio (questo era il percorso originale prima che venisse costruito il tratto di ferrata che risale in direzione della Torre Exner). Consigliamo l’uscita, e quindi il passaggio sul sentiero, per chi dovesse accusare stanchezza poiché l’ultimo tratto della Tridentina è sicuramente il più difficile e faticoso. Ovviamente procediamo per completare la ferrata e raggiungere la sommità della Torre Exner: la roccia ora è più liscia e la verticalità si fa sentire, ma con la giusta pazienza, e un’adeguata resistenza muscolare, si possono cercare appigli per arrampicarsi e non trazionarsi sul cavo. Dopo l’ultimo trasverso a destra si raggiunge una prima scala e poi alcuni gradini che ci riportano in verticale. A questo punto si aggira uno sperone e ci si ritrova di fronte al ponte sospeso su un vero e proprio abisso di alcune centinaia di metri. Ovviamente non sono ammesse vertigini! Superato il ponte troviamo un breve tratto verticale e quindi l’inizio del sentiero che porta al Rifugio Cavazza (2.585 mt), dove abbiamo pranzato.

Per la discesa abbiamo percorso il sentiero 666 – Val Setus – fino al parcheggio. La prima parte di questo sentiero è ancora attrezzata. Lo abbiamo percorso sotto la pioggia battente che ha velocemente reso tutto molto sdrucciolevole e franoso e il cavo, pur non essendoci assicurati, è stato molto utile per mantenersi in equilibrio E’ necessario, soprattutto in condizioni di meteo avverso, scendere con la massima cautela.

Tempo di arrivo all’attacco (dal parcheggio): 15’
Tempo via ferrata: 2h
Discesa: 1h 15′

Bellezza

Avventura

Difficoltà

Note: pur essendo una ferrata che non presenta difficoltà tecniche importanti è necessaria una buona resistenza muscolare e l’assenza totale di vertigini.

ATTREZZATURA UTILIZZATA

Casco PETZL Boreo

Robusto, leggero e confortevole offre ampie aperture che permettono ottimale ventilazione, molto apprezzabile nei giorni più caldi. Compatto e avvolgente garantisce protezione rinforzata contro gli urti laterali, anteriori e posteriori.

Pantaloni FRISTADS Helium Stretch

Leggeri e adeguatamente elasticizzati sono confortevoli e resistenti. Ventilazione laterale per regolare la temperatura e rinforzi nella parte inferiore dell’interno gamba per mantenerti asciutto molto più a lungo. Quattro tasche per tenere le tue cose a portata di mano. Indicati quindi per l’hiking, anche veloce, e per tutte le attività outdoor in cui la qualità del materiale fa la differenza. Utilizzato in ferrata, ha garantito comfort assoluto e resistenza alle abrasioni.

Imbracatura PETZL Corax

Imbracatura polivalente per eccellenza. Dotata dell’anello di servizio verticale è quindi particolarmente adatta all’alpinismo e all’arrampicata, oltre che alla ferrata. La cintura a due fibbie e i cosciali regolabili garantiscono ottima indossabilità sia d’estate con pantaloni corti e leggeri che d’inverno con pantaloni spessi. Inoltre la cintura piuttosto ampia lo rende comodo per lunghe soste, lavorare una via, o percorrere vie ferrate con frequenti sospensioni.

Longe PETZL Scorpio Vertigo

Comoda e ben fatta offre un capo più corto per riposarsi alle barre. I moschettoni sono ergonomici e facili da utilizzare anche con i guanti. Dissipatore piccolo e poco ingombrante.